«Ringraziamo il Presidente di Coldiretti per aver ricordato a tutti che da oltre un anno la Burrata di Andria è stata iscritta nell’elenco europeo dei prodotti a marchio di origine – spiega il coordinatore del Consorzio della Burrata di Andria IGP Francesco Mennea – nello specifico come Indicazione Geografica Protetta I.G.P., a cui aggiungiamo la costituzione dal febbraio scorso del Consorzio di Tutela, ricordando che tale indicazione riguarda i prodotti agricoli o alimentari che fanno riferimento al nome di una regione, luogo o eccezionalmente di un intero paese per i quali una determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche possano essere attribuite all’origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nella stessa delimitata area geografica. In sostanza per ottenere il marchio di prodotto IGP almeno una fase del processo produttivo (e non tutte come per la DOP) deve essere realizzata in una determinata area geografica e ciò sempre in conformità al disciplinare di produzione.

Ricordiamo quindi al Presidente di Coldiretti che parliamo di un prodotto IGP e non di una DOP, proprio perché in tal caso il disciplinare non prevede che la materia prima sia obbligatoriamente di provenienza dello stesso territorio in cui avviene la trasformazione, questo però non toglie che il livello qualitativo della materia prima latte sia in discussione, anzi, lo stesso disciplinare prevede parametri più stringenti sulla qualità del latte ovunque sia la sua provenienza (quindi i trasformatori sono obbligati a selezionare accuratamente i propri fornitori in ottemperanza ai parametri richiesti dal disciplinare di produzione), pertanto nulla quaestio sull’alta qualità del latte utilizzato dai trasformatori. Laddove la problematica sollevata fa riferimento alla provenienza del latte, rispondiamo che non a caso è stata richiesta l’IGP e non la DOP, proprio per ovviare a problematiche, relative alla disponibilità della materia prima ed al suo conferimento (tenuto conto anche dell’assenza di una Centrale di Raccolta Latte sul Territorio), che potrebbero compromettere la continuità del processo produttivo, fermo restando la qualità del prodotto. Ricordiamo, inoltre, che ancor prima del riconoscimento della IGP sono state fatte proposte, agli allevatori ed alle varie associazioni, relative ai quantitativi necessari a garantire la continuità produttiva a cui però non abbiamo ricevuto una risposta consona. In merito all’indicazione della provenienza del latte, in quanto prodotto a marchio d’origine, pur non essendo obbligati dalle norme di legge, i consorziati continueranno ad indicare il paese di origine del latte senza nulla nascondere ai consumatori a conferma che nulla quaestio sulla qualità della materia prima.

Ci chiediamo come mai proprio oggi il Presidente Cantele voglia ricordare l’IGP Burrata di Andria, stranamente in vista delle opposizioni sollevate da alcuni nostri caseifici consorziati in merito alla DOP Mozzarella Gioia del Colle, accolte dal Ministero delle Politiche Agricole, presso il quale il giorno 7 dicembre è stata convocato un incontro per discutere del contenuto del Disciplinare di Produzione, che ricordiamolo riserva la possibilità di produrre sia latte che mozzarella della suddetta DOP ad appena una ventina di piccole città attorno a Gioia del Colle escludendo praticamente l’Intero territorio Pugliese (mentre per la Burrata di Andria IGP fu chiesto espressamente da più parti, Regione e Associazioni varie, di allargare il territorio di trasformazione all’intero territorio pugliese), con ovvie ricadute negative in termini di sviluppo del territorio e di occupazione, danneggiando di fatto gli allevamenti ed i caseifici che hanno la sola colpa di trovarsi oltre un confine immaginario dettato dalla mancanza di conoscenza del territorio.

Or dunque, vorremmo capire come mai il Presidente Cantele non abbia proposto alcun commento in merito alla approvazione del Disciplinare della DOP Mozzarella Gioia del Colle, laddove lo stesso Presidente si sia così impegnato in passato come oggi a screditare l’IGP Burrata di Andria, approfittando della spesso diffusa mancanza di conoscenza da parte dei consumatori della differenza tra DOP e IGP che invece dovrebbe provvedere a colmare con adeguate informazioni, Burrata di Andria che proprio perché è un prodotto IGP e non DOP, comunica già qual è il suo rapporto col territorio, motivo per cui la Comunità Europea ha ben distinto i due marchi. Pertanto, invitiamo il Presidente Cantele a rivedere i significati dei due termini e lo invitiamo a spiegare come mai non abbia richiesto anche per la DOP l’estensione del territorio all’intera regione Puglia, visto che di fatto gli allevamenti che potranno conferire per la produzione della suddetta DOP saranno limitati ai venti paesi citati dal disciplinare, escludendo tutti gli altri allevatori Pugliesi che il Presidente Cantele ed il suo superiore nazionale Corsetti, tanto decantano di tutelare nel comunicato ma che in realtà non potranno conferire il latte per la produzione di una eventuale DOP che dovrebbe essere pugliese il tutto a discapito dell’economia del territorio. Vogliano inoltre comunicarci con quali trasformatori hanno iniziato a dialogare visto che ad oggi nessun Consorziato è stato contattato per discutere questioni in merito al Disciplinare. Il Consorzio rimane in attesa di una loro invito ufficiale a dialogare che ad oggi non risulta essere pervenuto».