Lo spettacolo in piazza Catuma ad Andria era iniziato già una settimana fa quando una strana impalcatura fatta di sole canne di bambù aveva inspiegabilmente iniziato a prender forma, una domenica mattina.

Di giorno in giorno cresceva l’attesa proporzionalmente al numero delle ipotesi su cosa potesse essere e soprattutto su come sarebbe stata utilizzata.

Venerdì sera 25 agosto, l’attesa è finita con il risultato che ogni possibile supposizione fatta non ha mai tenuto conto delle grande meraviglia che è stata sempre lì nascosta, allo stato potenziale, tra quelle 368 canne di Bamboo e che è esplosa improvvisamente, una sera d’estate, in una piazza semibuia e affollatissima.

A luci spente, alle 22 esatte, si scorgono i primi bagliori nel punto più alto della struttura come dilucolo su un nuovo mondo, su un universo parallelo, mentre la musica dalle prime note, in sordina, zittisce il chiacchiericcio della piazza gremita.

Lo sguardo di centinaia e centinaia di persone si distoglie dal basso di una realtà noiosa e ripetitiva fatta di social e smartphone e riscopre improvvisamente la magia di un’altra dimensione tutta protesa verso l’alto. Et voilà…BoO! Una società acrobatica, organizzata e gerarchica fatta di abitanti dell’aria. Un microcosmo in cui i protagonisti, lì in lato, diventano più leggeri, svuotandosi tra un volo e l’altro, delle loro emozioni straripanti, sempre a metà strada tra l’eccitazione e la paura.

Tra danze nel vuoto e lotte in equilibrio precario, in quella dimensione alta e altra, le uniche a cadere sono le consuetudini vincolanti e i legami talvolta troppo stretti delle relazioni sociali che lì si sciolgono, si allentano, si capovolgono e perdono ogni punto di riferimento con la realtà terrena, come siamo abituati ad intenderla. In quello spazio sospeso tutto assume un’altra prospettiva e le relazioni e i legami umani si fanno più forti e più veri perché, nel vuoto, la fiducia diventa l’unico antidoto alla paura.

In BoO della compagnia francese Cirkvost, le discipline acrobatiche tipicamente circensi, abbandonano la loro tradizionale collocazione per interpretare le emozioni più vere e genuine di un’umanità il cui spirito di sopravvivenza si nutre dei desideri che risiedono sempre dall’altra parte della paura.

L’universo di BoO riporta alla mente la nave-pianeta del Capitan Uncino di Spielberg che nel 1992 valse un Oscar allo scenografo britannico Norman Garwood, un’isola che non c’è dove, per gli 80 minuti dello spettacolo a tutti, tutto sembra possibile: tanto le acrobazie, quanto i sogni.

E un sogno effettivamente si è avverato: BoO, andato in scena gratuitamente per tutti nel cuore della città di Andria, aprendo definitivamente la XXI edizione del Festival Castel dei Mondi di Andria ha reso possibile il connubio tra una cultura ‘alta’ e al tempo stesso popolare, perché la bellezza è patrimonio dell’umanità.

BoO andrà in scena nuovamente sabato 26 e domenica 27 agosto.