«Siamo sicuri che i consiglieri a 5 stelle di Andria si divertano a giocare al gioco delle “tre carte”, perché se davvero credono in quello che scrivono, la cosa sarebbe molto grave».

Con una nota il consigliere di Catuma 2015 Marco Di Vincenzo attacca i colleghi pentastellati su diverse tematiche.

«Infatti, le numerose inesattezze riportate nelle dichiarazioni del consigliere comunale Coratella nell’articolo pubblicato in data odierna sulla Gazzetta del Mezzogiorno, se prese in seria considerazione, sono da considerarsi al limite dell’imbarazzante, così come imbarazzante è stato l’atteggiamento istituzionale tenuto durante l’ultimo consiglio comunale in cui, senza addurre motivazioni plausibili, i colleghi di opposizione hanno abbandonato i lavori mentre si discuteva di riequilibri di bilancio, Statuto e rinnovi di contratto della Multiservice. D’altronde la pochezza delle eccezioni sollevate, anche in sede consiliare, è il risultato di informazioni distorte o nella migliore delle ipotesi sommarie, in piena linea con il modus operandi del Movimento 5 stelle. Sperando che vi sia “dolo” nelle superficiali dichiarazioni del consigliere Coratella, respingiamo l’accusa al mittente di essere illusionisti nella redazione dei bilanci e primi nemici dei nostri stessi concittadini e proviamo a fare i giusti distinguo tra le diverse tematiche affrontate. Attribuire artatamente l’aumento della TARI al debito maturato dalla Daneco nei confronti del Comuna di Andria e alla chiusura della discarica di San Nicola La Guardia è inesatto. Innanzitutto la chiusura della discarica di San Nicola è dovuta alla revoca da parte della Regione Puglia dell’autorizzazione ambientale concessa alla Daneco. Infatti, come il consigliere Coratella ben saprà, è competenza della Regione rilasciare e revocare le autorizzazioni, non già del Comune di Andria. Nel frattempo, il Comune di Andria, quale proprietario del suolo su cui insiste la discarica, ha maturato un credito con la società Daneco per un importo pari a circa €. 1.600.000,00. Tale credito, riconosciuto ed accertato con determina dirigenziale del settore Ambiente del Comune di Andria, perfezionata in data 12/07/2017 e propedeutica all’avvio delle procedure legali per la riscossione, consente all’Amministrazione di poter agire giudizialmente avendo certezza dell’importo dovuto. Nessuna responsabilità quindi, può attribuirsi all’amministrazione con riferimento al credito vantato, né tantomeno in bilancio vi sono giochi contabili a danno dei cittadini. Comprendiamo bene che il parere positivo dei revisori dei conti del Comune sulla delibera relativa ai riequilibri di bilancio, abbia disorientato i consiglieri pentastellati i quali, nella veste di “portatori sani di sventure”, non hanno trovato altri appigli per eccepire alcunché sul provvedimento economico approvato in aula all’unanimità. E l’aumento della TARI allora? E la dissennata gestione Giorgino delle casse comunali che costringe a mettere le mani nelle tasche dei cittadini? Ebbene, il consigliere Coratella omette di riferire che l’aumento della TARI è, ahinoi, dovuto a problemi atavici e strutturali che riguardano l’impiantistica regionale e che hanno attinto tutti i comuni pugliesi, costretti a conferire rifiuti fuori regione a costi esorbitanti. Il calcolo della tassa sui rifiuti, infatti, non è il frutto di semplici movimenti dare-avere nel bilancio comunale (ad es.: non incasso i soldi da Daneco e quindi aumento le tasse). Ci auguriamo che il consigliere Coratella non abbia creduto a quanto espresso in tale concetto. Il calcolo della Tari si determina in base al Piano Economico Finanziario redatto dall’ARO, su diversi criteri di calcolo e in conformità con la programmazione regionale che resta in capo alla Agenzia Regionale Gestione del Ciclo Rifiuti. Per l’ennesima volta, quindi, non vogliamo pensare a male, non vogliamo credere che i consiglieri pentastellati brancolino nel buio tra i tanti provvedimenti prodotti dall’Amministrazione Giorgino: preferiamo, invece, credere che i veri provetti illusionisti siano coloro che, con queste fantasiose ricostruzioni, provano a mescolare le carte per confondere le idee dei lettori ed insinuare dubbi e timori infondati nei cittadini. Fortunatamente, per la città, con ben scarsi risultati».