Nelle prime ore della mattina la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trani su proposta di quella Procura della Repubblica, nei confronti di 12 persone, tutte con pregiudizi per reati contro il patrimonio, originarie delle città di Andria e Cerignola. I sodali, di cui 9 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 con obbligo di dimora, ritenuti partecipi di due associazioni per delinquere radicate nel territorio andriese, avrebbero perpetrato nel tempo furti pluriaggravati, rapine, ricettazioni, danneggiamento e uso illecito di apparecchi atti a intercettare, non solo in ambito autostradale, in Puglia, Campania, Molise e Abruzzo ma anche esternamente alla viabilità autostradale. Si tratta degli andriesi Felice Carbone classe 88; Mauro Di Palma classe ’56; Nicola Fucci classe ’65; Giuseppe Palumbo classe ’61; Giuseppe Ruggiero classe ’65; Savino Scarcelli classe ’57; Antonio Acquaviva classe ’69; Savino Di Trani classe ’55; Michele Lopetuso classe ’52; Giuseppe Posto classe ’61. Di Cerignola sono Luigi Gentile classe ’58, ed il soggetto cui l’ordinanza non è stata ancora notificata poiché irreperibile.

sottotraccia (8)

I poliziotti dell’Unità di Polizia Giudiziaria della Sottosezione Polizia Stradale di Bari Sud, in stretta sinergia con i colleghi della polizia giudiziaria Compartimentale, nonchè delle Sottosezioni Autostradali di Trani e Vasto, a seguito di lunga ed articolata attività di indagine, avviata a partire dall’agosto scorso, sono riusciti a raccogliere sufficienti ed univoci indizi di reità a carico del sodalizio criminoso, appurando il compimento di numerose rapine ad autotrasportatori, anche stranieri, in transito e in sosta nelle aree di servizio presenti sulla tratta autostradale della A/14 e della A/16.

L’associazione, caratterizzata da una precisa ripartizione tra i sodali di ruoli e compiti, sfruttava una minuziosa conoscenza del territorio e si avvaleva una vasta disponibilità di veicoli, impiegando tra l’altro, durante le fasi culminanti dei delitti, apparati ricetrasmittenti e scanner utilizzati per captare le comunicazioni radio in uso alle forze di polizia, nonchè utenze telefoniche attivate a nome di soggetti inesistenti. Il sodalizio criminoso metteva a segno furti anche in sedi di aziende commerciali situate fuori dalla rete autostradale, causando alle stesse danni economici di rilevante entità.

La meticolosa pianificazione dei reati, nell’arco temporale di durata dell’inchiesta, consentiva all’organizzazione criminale che utilizzava mezzi da carico rubati e riciclati anche con l’applicazione di targhe clone o apocrife, di appropriarsi di merci di varia natura, tra cui pneumatici, calzature, alimentari, farmaci, materiale informatico ed altro, per un valore prossimo al milione di euro.