«In seguito ad alcune segnalazioni dai cittadini andriesi e in base alle mie prerogative di consigliere comunale ho fatto richiesta di accesso agli atti al Comune di Andria per comprendere meglio la questione del contributo alle 15 scuole dell’infanzia paritarie nella nostra città. La dirigente competente in materia mi ha risposto che il Comune ha versato i contributi previsti dalla Convenzione che ne disciplina l’erogazione fino al mese di dicembre 2016. Attualmente il ritardo è semestrale».

Così il consigliere comunale del M5S Pietro Di Pilato spiega l’attuale situazione dei pagamenti delle scuole dell’Infanzia della città di Andria.

«Il rischio che si invecchi in attesa dei pagamenti dei servizi è tangibile. Non è la sola realtà in sofferenza per i mancati pagamenti da parte del Comune, il panorama mostra quasi solo questo tipo di realtà e non ci sono categorie esentate da questo stillicidio. Dopo un po’ qualcuno si abitua, ma neanche tanto: si reagisce, per un attimo si protesta, si levano gli scudi e poi torna il silenzio, tutti amici come prima in trepidante attesa del bonifico promesso a patto di ammainare le bandiere. Sembra quasi che anche i dovuti pagamenti per i servizi erogati stiano diventando una questione di posizionamento, i diritti che vengono messi in coda a piacere, quasi fossero cortesie ottenute grazie alle pubbliche relazioni. Inutile stupirsi. Ho già dimostrato i ritardi dolosi, le priorità di questa amministrazione chiamate “provvidenze economiche”, contributi che non riguardano tali concetti. Resta al palo ciò che evidentemente si ritiene personale non necessario, gli insegnanti in attesa degli stipendi. Chiunque resti libero di scegliere del proprio futuro, ciascuno rimanga padrone del proprio sostegno culturale, sociale e politico. Però io sento di dover fare la mia parte, sento di dover aiutare a capire che ammainare la bandiera e chiudere sono scelte di resa rispetto alla lotta per il rispetto dei propri diritti. Perché arrendersi all’idea che nulla cambi è inutile rispetto all’idea che si possano avere amministratori con priorità diverse e cittadini che controllano ed esigono il rispetto dei patti sottoscritti».