«Assistere a continui valzer di poltrone, per chi come noi auspicava e confidava in una gestione politica ben diversa, durante questo secondo mandato Giorgino, ci sta davvero rammaricando: esponenti politici che hanno come unico obiettivo quello di essere nominati». E’ l’inizio della lunga nota inviata da Salvatore Figliolia, Presidente dell’Associazione Forza Andria, sulla situazione politica andriese ed in particolare sull’Amministrazione Giorgino e sul centro destra.

«Tal modo di fare politica – scrive Salvatore Figliolia – non ci appartiene e da convinti elettori del centrodestra, che in tanti anni si sono sporcati le mani e ci hanno messo la faccia, senza mai rivendicare alcun posizionamento, agendo solo ed esclusivamente per amore e nell’interesse della nostra Andria, ci sentiamo in dovere morale di esprimere la nostra contrarietà a tal modo di intendere o fare la politica. Viviamo un senso di difficoltà nei confronti dei nostri concittadini, i quali da tempo attendono delle risposte. Tanto è stato fatto, ma ancora tanto vi è da realizzare».

«Quando si finirà di “giocare alle caramelle” – dice Salvatore Figliolia – e accontentare i capricci di qualcuno, forse, sarà troppo tardi e, di sicuro, si sarà consegnata di nuovo la città nelle mani degli avversari politici. A tal proposito, riteniamo alquanto fondamentale e vitale per il futuro del centrodestra rilanciare l’attività politica amministrativa di questa coalizione negli ultimi mesi, forse, impegnata in altro con un sindaco mortificato dai veti e controveti. Tale esperienza politica deve essere portata a termine a scadenza naturale e non possiamo assolutamente interrompere in maniera anticipata tale percorso politico amministrativo. Sarebbe inconcepibile e gli andriesi non ci potranno mai perdonare tutto ciò. Andria merita di più. Vi sono tra le fila del centrodestra uomini e donne con competenze e professionalità assolute. È necessario ritrovare quella forza per ripartire con un centrodestra unito, pragmatico e capace di dare risposte concrete ai problemi reali della gente».