«In tema di discariche cosiddette preesistenti e del fatto che esse possano costituire oggetto di sanzioni da infrazioni comunitarie vanno precisati alcuni aspetti. In primo luogo le presunte infrazioni non riguardano tematiche di ordine ambientale o sanitario bensì procedure di chiusura e post gestione dei siti anche in ordine alla congruità delle garanzie finanziare prestate dai soggetti privati per esercire gli impianti. Si tratta, questo si, di adempimenti formali da portare a termine». A dichiararlo l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente Domenico Santorsola.

«Il Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche e Paesaggio della Regione segue la questione ed ha puntualmente controdedotto gli appunti della Commissione Europea, attraverso una corposa documentazione inviata al Ministero dell’Ambiente e da quest’ultimo trasmessa a Bruxelles, sulla quale non abbiamo ancora ricevuto riscontri ufficiali. Nel plico – prosegue Santorsola – è stato ricostruito lo stato dell’arte dei 5 impianti, così come emerso dalla documentazione in possesso della Provincia BAT, dove erano incardinati i procedimenti. In particolare è emerso che due degli impianti, quello di Trani (Igea) e quello di Bisceglie (Cogeser) sono ancora in gestione ed hanno prestato garanzie finanziari congrue e, quindi, sono evidentemente fuori dalla casistica dell’art. 14 della Direttiva 1999/31/CE (che riguarda appunto gli impianti non in esercizio). I due impianti di Andria (F.lli Acquaviva e D’Oria), pur non essendo in esercizio, hanno piani di adeguamento approvati e realizzati. L’iter effettivamente da perfezionare riguarda l’impianto di Canosa (Cobema) dove pure la via è definita ed è stata acquisita la disponibilità del gestore ad effettuare gli interventi richiesti».

«L’esigenza di chiarezza – conclude Santorsola – scaturisce dalla necessità di restituire una informazione corretta oltre a dare evidenza del lavoro svolto da Dipartimento e Strutture Tecniche dell’Assessorato».