«Molti sindaci del Nord Barese hanno già deliberato, con i loro Consigli comunali, l’uscita dal Patto territoriale del Nord Barese Ofantino. Molti altri lo hanno preannunciato. A tutti loro dico di ponderare bene questa scelta, perché il Patto può essere un punto di riferimento per lo sviluppo economico del territorio». Lo sostiene il consigliere regionale Pd, Ruggiero Mennea (che è componente della IV Commissione consiliare Sviluppo economico), commentando quando sta accadendo nel territorio del Patto, che era formato da 11 Comuni e ora ne conta appena sei (ovvero Barletta, Andria, Minervino, Spinazzola, Margherita di Savoia, Corato), in quanto tre sono già usciti da qualche anno e altri due che hanno deliberato in tal senso nel 2016. Sull’argomento si registra anche il parere di Aldo Loiodice, avvocato amministrativista e docente di diritto costituzionale, che ipotizza un “danno erariale” imputabile a quei Comuni che, anziché ricorrere alla consulenza gratuita del Patto, si affidano a quelle esterne.

«Il Patto – prosegue Mennea – vanta un’esperienza quasi ventennale e ha delle professionalità che possono aiutare i Comuni a realizzare progetti di sviluppo e partecipare ai bandi regionali ed europei. Questa mi sembra una possibilità di non poco conto, a fronte della carenza di personale negli uffici comunali e del depotenziamento delle camere di commercio. Per questo credo che sarebbe un delitto cancellare questa esperienza positiva sul territorio. Anzi, strumenti del genere – rimarca – andrebbero incrementati e non cancellati». «Il mio impegno – garantisce – è quello di sostenere la sua permanenza sul territorio e, anzi, ottimizzare quello che fa il Patto, migliorando e connettendo l’agenzia del Patto con i Comuni che ne fanno parte. La prossima settimana chiederò un’audizione in commissione Attività produttive del Consiglio regionale per coinvolgere anche la Regione in questa fase. Quindi – conclude – ‘no’ alla chiusura, ‘sì’ al rilancio del patto territoriale».