Recentemente mi sono occupata di segnalare alcuni disservizi e alcune lacune nell’ospedale Bonomo di Andria. Dalla dialisi al laboratorio analisi, dalla semplice cartellonistica fino ai servizi igienici, dalla ristrutturazione del terzo piano fino a quella del sesto, le segnalazioni raccolte dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Andria mi sono servite per fare da portavoce in Consiglio Regionale (e non solo) di piccoli grandi problemi che i cittadini vivono ogni giorno. Il dramma che dobbiamo raccontare ai cittadini e i problemi di cui dobbiamo farci carico rappresentano la distanza fra le aspettative che gli andriesi legittimamente hanno sul loro ospedale (e sulle tasse che pagano per la sanità) rispetto poi alla concretezza dell’offerta sanitaria quotidiana.

Fuori dal perimetro dell’ospedale Bonomo le cose non sembrano andare meglio: con i servizi del Dipartimento di Prevenzione che vanno via finalmente dalla sede del “mercato coperto” di Via de Anellis, a parte il Servizio Igiene che dovrebbe finalmente essere collocato al Gabelli, segnaliamo la perdita della direzione del Servizio Igiene degli Alimenti. Andrà così, temiamo, anche per i servizi veterinari. Sul controllo degli alimenti servirebbe un rinforzo in città, ma il nostro Presidente della Regione è troppo distratto per occuparsi di queste “cosucce”, mentre l’amministrazione comunale andriese, sorda ai richiami dei nostri consiglieri comunali, sembra solo interessata a svuotare quanto prima tutto l’edificio per chissà quale fine, non essendo attualmente presente alcuna previsione a tal proposito nel piano triennale delle opere pubbliche.

Ma pure nella possibilità che queste previsioni si possano cambiare a piacimento, come del resto è avvenuto per il nuovo poliambulatorio della ASL, assistiamo comunque ad un paradigma di fondo che a noi del Movimento 5 Stelle non piace: la tendenza a sfruttare spazi e complessi privati per ospitare servizi pubblici, nonostante precedenti stanziamenti di fondi pubblici per introdurre gli stessi servizi in strutture e spazi idonei (o facilmente adeguabili) già esistenti nel patrimonio pubblico. Anche i sindacati hanno espresso la loro diffidenza nel fare eccessivo affidamento ai privati, avanzando proposte finalizzate ad ampliare l’offerta del CUP in più zone della città e a riservare uno sportello agli anziani. Proposte condivisibili, sulle quali vi è il silenzio assoluto di chi sta amministrando.

E se oltre a questo concetto di fondo, riscontriamo anche “particolare vivacità” dell’amministrazione comunale di Andria su certi temi (sempre il poliambulatorio) invece che su altri, non possiamo che manifestare forti perplessità – e non siamo i soli a farlo – sulla capacità degli amministratori comunali e regionali di identificare le priorità fra i problemi dell’offerta sanitaria del nostro territorio e sulla conseguente impossibilità di perseverare nella ricerca di soluzioni che siano economicamente intelligenti per i cittadini.