«Paola Clemente ormai è un simbolo. Così come è un monito per tutti la storia di questa bracciante tarantina che partiva dal suo paese alle tre e mezza del mattino e veniva a lavorare nelle campagne di Andria per guadagnare 30 euro a fronte di 12 ore lavorative. E che in quelle campagne ha trovato la morte in una caldissima giornata dell’estate 2015”

All’indomani dell’operazione della Polizia di Andria e della Guardia di Finanza Trani, che ha portato all’arresto di sei persone, svelando un sistema di “moderno” caporalato, Emma Monterisi, rappresentante andriese in seno alla Commissione Regionale Pari Opportunità, si associa al plauso generale verso la zelante attività delle Forze dell’Ordine.

«Come donna, come andriese, come componente della Commissione, come persona da sempre impegnata nel sociale, esprimo tutta la mia soddisfazione per questa operazione che mi auguro possa infliggere un duro colpo all’atavico sfruttamento femminile della manodopera nei campi. Ora occorre continuare in questa direzione senza mai abbassare la guardia, per evitare che il sacrificio di Paola possa passare invano. Anche la Commissione intensificherà la sua azione di monitoraggio del fenomeno, in linea con le priorità operative indicate dalla neo presidente, Patrizia del Giudice, nel suo programma di insediamento».

«La morte di una lavoratrice sul luogo di lavoro è un fatto inaccettabile che, assieme ad altri atti computi dai caporali in Puglia, ha creato le condizioni perché il Parlamento italiano all’unanimità votasse la Legge contro il caporalato, di cui condividiamo i principi e le finalità, ma ne auspichiamo una reale e corretta applicazione. “L’opportunità rappresentata dalla definizione delle linee guida da parte dei Ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e di Giustizia, deve poter consentire agli Organi Ispettivi di intervenire con reale efficacia laddove necessario. Non va certamente più rinviata l’operazione di trasparenza e di emersione, mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce nel rispetto della Legge.” Così Floriana Fanizza di Coldiretti – anch’essa componente della Commissione regionale Pari Opportunità – ha commentato l’esito delle indagini investigative sulla drammatica vicenda lavorativa di Paola Clemente».