Rinviato l’esame del disegno di legge riguardante la Gestione della batteriosi da Xylella fastidiosa in discussione al Consiglio Regionale della Puglia. Dopo la presentazione di diversi emendamenti, infatti, è giunta la richiesta da parte dell’assessore alle Politiche agricole Leonardo Di Gioia di posticipare l’esame del provvedimento per consentirne la valutazione. Su sollecitazione del Movimento 5 stelle, il presidente Loizzo ha messo ai voti la proposta ma la mancanza del numero legale non ha consentito di proseguire i lavori. Pioggia di critiche dalle opposizioni che hanno parlato a vario titolo di «abbandono degli agricoltori» od «attenzione alla scalata nazionale del PD da parte di Emiliano».

Apprezzamento per il rinvio, invece, è giunto da Coldiretti Puglia: «Il rinvio della discussione in Consiglio regionale, consentirà di ridiscutere il disegno di legge sulla Xylella Fastidiosa – ha dichiarato il Presidente Gianni Cantele – perché va apprezzata la ratio di una legge che intende approcciare per la prima volta in maniera condivisa una grave emergenza che ha ferito profondamente il tessuto produttivo, sociale e ambientale della Puglia. Il DdL sulla ‘Gestione della batteriosi da Xylella fastidiosa nel territorio della Regione Puglia” mostra, però, in molti punti evidenti disallineamenti con la normativa nazionale che lo rendono, così com’è, soggetto ad impugnazione. Altro punto dolente risulta l’assoluta mancanza di una previsione di spesa. Il DdL contiene provvedimenti obbligatori in caso di accertamento di infezione delle piante, quali incappucciamento degli alberi, recinti di protezione – anticipando sanzioni amministrative in caso di inadempienza – a carico delle sole imprese agricole che mi preme ricordare sono la parte lesa, né viene indicato, nel caso di eradicazione di piante, se gli agricoltori saranno indennizzati».

Fuori tema, secondo Coldiretti Puglia, l’articolo 11 relativo all’istituzione dell’Agenzia Regionale di contrasto alla Xylella, a cui vengono assegnati ruolo e compiti che in molti punti nulla hanno a che fare con l’emergenza Xylella Fastidiosa e che appesantirebbero in termini di costi e adempimenti burocratici una situazione già grave.