«lo stato attuale del partito nella nostra provincia ci obbliga a non rimandare più l’apertura di una discussione seria, su una situazione che perdura da molto tempo e che sta provocando forte imbarazzo a chi come noi vive quotidianamente l’impegno politico come momento di disponibilità  verso le comunità all’interno delle quali operiamo. Chiediamo al segretario dimissionario Agostino Cafagna il ritiro delle dimissioni. Crediamo sia un gesto di responsabilità, nei confronti della comunità politica che ha avuto l’onore e l’onere di guidare per più di tre anni, al quale non può sottrarsi». E’ in sintesi la riflessione e la richiesta dei Giovani Democratici della BAT attraverso il proprio portavoce, Mirko Malcangi. Una lunga riflessione sullo stato di sostanziale attesa nel quale è piombato il partito provinciale, una richiesta a chi ha guidato, prima di questa fase, il partito stesso.

«Se qualcuno è stato abituato o lo è ancora o ha intenzione di continuare a voler decidere non decidendo -dice ancora Malcangi – noi abbiamo un’altra idea di come debbano andare le cose, soprattutto quando, da tempo immemore, la discussione è ferma e le questioni vengono affrontate nei salottini tra pochi. Se qualcuno, per ragioni di opportunità, perché è di questo che stiamo parlando, pensa che la Bat debba essere bistrattata a proprio piacimento da chi conosce poco il nostro territorio e che addirittura favorisce i nostri avversari politici, ha sbagliato indirizzo e da oggi in poi dovrà rivolgersi altrove. La nostra comunità provinciale, fatta di iscritti, di militanti, di giovani, donne, anziani che spendono buona parte del loro tempo per questo partito, ha una dignità e noi la salvaguarderemo! Sia chiaro che è finito il tempo in cui a decidere erano in pochi e a subire molti».

«Lo stato di inattività in cui siamo piombati dopo le scorse amministrative – dice ancora Malcangi – non può più perdurare. Sentiamo fortemente la responsabilità di avviare un dibattito che vada dal prossimo referendum all’individuazione di un percorso condiviso che porti alla definizione della linea politica con cui affronteremo tutti i prossimi appuntamenti: dal congresso, alle prossime amministrative, alle prossime elezioni politiche. Sono ben comprensibili le ragioni che portarono Cafagna nella scorsa primavera a fare un passo indietro. Ma oggi la riteniamo l’unica soluzione valida e rapida di risoluzione di questa vicenda. Noi, come Giovani Democratici, garantiamo il pieno e incondizionato sostegno all’avvio di una nuova fase che veda anche il pieno coinvolgimento di una nuova classe dirigente. Una fase – e qualcuno non si spaventi –  che durerà sino alla scadenza naturale, prevista per il prossimo anno. Siamo convinti che il nostro appello non rimarrà inascoltato. Perché noi ci crediamo ancora».