Bentrovati da Screenema che per oggi diventa SCREAMena. Infatti per  festeggiare con voi  un terrificante Halloween vi regaliamo una puntata speciale dedicata all’horror.

Lights out prima di uscire sul grande schermo, la scorsa estate negli States a luglio e in Italia ad agosto, è stato uno dei video più cliccati su You tube con quasi 13 milioni di visualizzazioni. Autore del cortometraggio, nemmeno tre minuti di durata, datato 2013, e saggiamente postato sul web dopo aver fatto incetta di riconoscimenti in tanti piccoli festival del settore, è stato lo svedese David F. Sandberg.

Il corto Lights out è stato un lavoro con un budget pressoché pari a zero, realizzato sul set casalingo dello stesso regista e della sua campagna, Lotta Losten, nonché unica attrice del corto. La Losten, infatti, nell’inquadratura del corridoio buio, interpreta anche la creatura mostruosa. Sandberg, come lui stesso ha affermato, è un grande fan degli effetti speciali e di ‘animatronics’ ma non avendo soldi a disposizione ha realizzato anche l’ultima inquadratura del mostro utilizzando un fermo immagine di Lotta truccata, per poi modificarlo grazie a Blender, un software 3D gratuito.

La grande popolarità dello short movie ha solleticato l’interesse di alcuni executive della New Line Cinema che, dopo aver contattato il regista, gli ha proposto di svilupparne un lungometraggio. A sua volta l’eco del talento di Sandberg  è giunta alle orecchie del famoso  James Wan  (regista di The Conjuring) che ne è rimasto folgorato e ha deciso di produrlo. Nei primi giorni di programmazione in America, Lights out ha già superato i sessanta milioni di dollari d’incasso a fronte di un investimento di quattro.

Oggettivamente il plot di Lights out è semplicissimo: Rebecca riceve la richiesta d’aiuto del fratellino Martin , turbato da quanto sta avvenendo nella casa di famiglia dove vive con la madre, Sophia e dove ogni notte si presenta una misteriosa entità che si manifesta in ogni angolo buio e in ogni occasione in cui vi sia assenza di luce.

Quello che davvero spaventa è la semplicità della paura stessa, quella antica e comune a tutti del buio, il terrore dell’ignoto. Gli effetti speciali non sono specialissimi, i dialoghi non sono epici, ma la tensione è ben dosata, gli interpreti sono credibili tanto da creare empatia con il pubblico, amplificando la percezione della paura, e soprattutto le reazioni dei personaggi sono realisticamente possibili e non più prossime all’assurdo come spesso accade nei film horror.

All’ottima prova di Sandberg nel dosare la tensione, si affianca il buon lavoro di Mark Spicer, che fotografa in modo chiaro e suggestivo sia la luce che il buio. Lights out è il risultato di un lavoro abbastanza artigianale ma ben fatto e soprattutto, affondando le radici nei terrori ancestrali, irrazionali e condivisibili, non ha bisogno di mostri, strane creature, copiosi dissanguamenti o violenti omicidi per suscitare paura.

Insomma, un buon esordio per Sandberg, ora impegnato con le riprese del sequel di Annabelle.

Intanto stasera, prima di andare a dormire, noi vi consigliamo controllare  sotto il letto o nello sgabuzzino e se la strana ombra dell’attaccapanni sembra guardarvi malevola, be’ non vi resta che accendere al luce per controllare. Magari non è semplicemente la giacca che avete lasciato appesa.