È stata approvata martedì 18 ottobre, dal Consiglio Regionale pugliese, la legge che istituisce una commissione di studio e indagine per la promozione della cultura della legalità.

La legge è frutto della sintesi di due proposte sullo stesso tema: una a firma del consigliere regionale Zinni, Capogruppo della lista ‘Emiliano Sindaco di Puglia’, l’altra a firma della consigliera Barone.

In VII Commissione si è discusso del testo per mesi ascoltando e accogliendo i pareri degli esperti che sono stati chiamati a dare il loro apporto alla proposta. Ci sono volute ben 9 sedute di ascolto e approfondimento. Protagonisti sono stati i Magistrati delle Direzioni Distrettuali Antimafia pugliesi, esponenti della Corte dei Conti, gli avvocati delle 6 camere penali di Puglia. Il 29 settembre scorso infine, i due proponenti hanno ritirato ufficialmente i loro disegni di legge, sottoscrivendone un terzo frutto dell’iter di discussione.

«Da parte mia c’è grande soddisfazione – ha commentato Zinni – vedendo riconosciuto un lungo e paziente lavoro. La politica non può e non deve sostituirsi alla magistratura, e sono stato molto attento affinché piani e competenze, da questo punto di vista, non si sovrapponessero. Ciononostante, a mio avviso, pochi temi sono più politici di quello della legalità. Ecco che una commissione che ad esso si dedichi in maniera specifica e costante, non può che giovare alle nostre comunità. A parte questo – ha continuato il consigliere – mi piace sottolineare il messaggio che è passato con l’approvazione di questa legge. Un messaggio che spero risulti chiaro. Il Consiglio Regionale ha infatti votato compatto, maggioranza e opposizioni unite, un provvedimento che va contro tutte le forme di devianza dalla legge. Deve essere chiaro quindi che quando i temi sono tanto fondamentali non c’è distinzione politica che tenga. Ora riprenderemo il lavoro più motivati di prima, e spero che il metodo con cui siamo giunti al testo finale, ossia un metodo in cui prevalga il buon senso rispetto alle posizioni predeterminate, possa continuare ad essere adottato».