Si è concluso questa domenica, alla falde del maniero federiciano ad Andria, presso la sala convegni della Fondazione Bonomo a Castel del Monte, il ciclo di incontri Stupor mundi promosso dal Comune di Andria in concerto con la Regione Puglia.
I precedenti tre incontri che hanno visto esperti del settore avvicendarsi su temi a cavallo tra arte e scienza, quali quelli della creazione, della contemporaneità e dell’illusione, hanno raggiunto la loro sintesi nell’ultimo appuntamento che ha visto come argomento principale la maschera e la funzione del mascheramento in scena.

A parlarne, Matteo Fantoni e Nicolas Witte della compagnia teatrale tedesca Familie Flöz. Compagnia che, fondata nel 1994, oggi può vantare un successo internazionale con date sold out in tutto il mondo e che ha fatto appunto del mascheramento il proprio tratto distintivo e la propria cifra autoriale.
La maschera infatti racchiude in sé non solo il processo creativo che parte da un’idea base della messa in scena, ma soprattutto il concetto di illusione. Avendo infatti una solo espressione possibile, la maschera affida la sua mimica al corpo dell’attore, al quale resta il compito di suggerire espressioni e stati d’animo sulla base dell’illusione della realtà.

La maschera in scena, poi, per una sorte di contraddizione, nascondendo il volto dell’attore, rende possibile tutta una gamma di reazioni fisiche e psicologiche dei personaggi, suggerendo interpretazioni che travalicano il visibile e svelando i sentimenti celati e portandone in superficie la realtà, per offrirla in condivisione, allo spettatore. Dalla creazione al suo significato, pertanto, la maschera, strumento classico dell’azione drammaturgica, diventa medium di linguaggio universale e attuale, interpretando i temi contemporanei che orbitano intorno alla differenza tra l’essere e l’apparire.