Continua incessante l’attività antidroga dei carabinieri di Andria a Minervino Murge. Dopo il duro colpo inferto allo spaccio dell’hashish, col cospicuo sequestro di 23 kg di inizio mese e l’arresto di un incensurato del luogo, questa volta a finire nella rete sono stati 4 “coldiretti” di marijuana.

I militari di Minervino Murge, infatti, unitamente al personale del Nucleo Operativo della Compagnia, al termine di approfondimenti investigativi avviati d’iniziativa a seguito di numerosi riscontri sul territorio e di capillari controlli nelle arterie del microspaccio, decidevano di predisporre un servizio di controllo all’interno di un’azienda agricola sita in contrada “Boschetto” e, con l’ausilio delle unità Cinofile del Nucleo di Modugno, irrompevano all’interno di un locale adibito ad “essiccatoio”.

All’interno, una vera e propria “centrale” per l’essiccazione delle piantine di marijuana, completa di impianto per il condizionamento termico a gas e ad energia elettrica. In flagranza, al momento del blitz, venivano trovati D.V. e C.M., entrambi 50enni minervinesi, G.M. e D.N., spinazzolesi ripettivamente di 49 e 25 anni, tutti braccianti agricoli e con precedenti penali, tranne il più giovane, proprio nel momento in cui stavano ancora fasciando e stipando lo stupefacente. In totale, nel casolare i Carabinieri hanno sequestrato ben 63 kilogrammi di marijuana.

Al fine di risalire la filiera fino ai campi coltivati, mediante l’ausilio di un velivolo del 6° Elinucleo di Bari, veniva eseguita una ricognizione aera della zona e, attraverso una completa panoramica dall’alto, tra la fitta vegetazione, veniva finalmente scorta la piantagione di marijuana. A quel punto, le pattuglie appiedate rastrellavano l’appezzamento di terreno, di estensione di circa mezzo ettaro, sottoponendo a sequestro, oltre 400 piante, dell’altezza media di due metri. Veniva inoltre sottoposto a sequestro l’intero impianto di irrigazione.

Complessivamente la sostanza vegetale sequestrata è stata stimata in un peso di quasi 7 quintali, che, al termine dei processi di essicazione, tolto lo scarto, avrebbe potuto produrre circa 200 chilogrammi di sostanza stupefacente, per un valore, al dettaglio, di circa 1.000.000,00 di euro.

I quattro arrestati, infine, venivano associati presso la Casa Circondariale di Trani a disposizione dell’A.G., con l’accusa di coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente.