E’ anche l’assemblea della Associazione Nazionale Magistrati, della sottosezione di Trani, ad esprimere il proprio parere circa la pubblicazione di foto della Pm Simona Merra, oltre che sul contenuto di alcuni articoli giornalistici che riguardano l’ufficio tranese. «Ribadiamo l’importanza di osservare in modo rigoroso i doveri di riservatezza e di sobrietà che devono connotare il magistrato, qualunque sia il contesto pubblico o mediatico in cui egli agisca – si legge nella nota a firma di Michele Ruggiero – evidenziamo che il rispetto dei princìpi prima indicati risulta ancor più necessario nell’attuale sistema comunicativo in cui sono possibili pericolose strumentalizzazioni».

I magistrati tranesi ci tengono a sottolineare anche che «la libertà di espressione e il diritto di riservatezza garantiti a ogni magistrato sono da contemperare con le legittime aspettative dei cittadini che attendono da chi rappresenta le Istituzioni gesti, atti e parole che manifestino compostezza ed equilibrio. Auspichiamo anche, con riferimento alle notizie giornalistiche di pratiche pendenti presso gli organi di garanzia e di controllo e riguardanti magistrati di Trani, un pronto e rigoroso accertamento, nell’interesse di tutti alla serenità e alla trasparenza». Poi un ammonimento: «è preciso obbligo del magistrato – dice ancora Ruggiero – denunciare, in modo formale e nelle sedi previste per legge, i comportanti deontologicamente scorretti o illeciti di cui egli abbia avuto conoscenza nell’esercizio delle sue funzioni, senza scegliere forme comunicative anomale e che, anche per la loro genericità insidiosa, possono creare discredito anche ai colleghi che svolgono la funzione giurisdizionale con onore e autorevolezza».

Per chiudere la sezione tranese dell’ANM conferma «il massimo impegno nell’essere al servizio dei cittadini e nel dare continuità agli importanti risultati ottenuti, negli anni, nel contrasto alle pericolose azioni della criminalità organizzata, ai reati contro la Pubblica Amministrazione e a quelli che creano allarme sociale nella vita quotidiana della comunità».