Nella lotta all’ecomafia e agli ecoreati arrivano i primi segnali di un’inversione di tendenza, dopo l’introduzione della legge sui delitti ambientali nel codice penale e un’azione più repressiva ed efficace. E’ quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2016 presentato ieri a Bari da Legambiente Puglia. Nel 2015 diminuiscono gli illeciti ambientali accertati, sono 27.745 con più di 76 reati al giorno, più di 3 ogni ora. Nonostante il calo complessivo dei reati nel 2015, cresce l’incidenza degli illeciti nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, dove se ne sono contati ben 13.388, il 48,3% sul totale nazionale. In calo le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti. Crescono, invece, gli illeciti nella filiera agroalimentare, i reati contro gli animali e soprattutto gli incendi. In calo il business delle ecomafie che nel 2015 è stato di 19,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto all’anno precedente (22 miliardi).

Nello specifico la Puglia, nella classifica generale dell’illegalità ambientale, passa dal primo al quarto posto con 2.437 infrazioni accertate mentre lo scorso anno erano ben 4.499. Inoltre, diminuiscono i reati legati al ciclo dei rifiuti e del cemento e quelli contro la fauna, mentre preoccupano gli illeciti legati alla filiera dell’agroalimentare. Una inversione di tendenza che, secondo Legambiente Puglia, è dovuta sia agli effetti del nuovo sistema sanzionatorio introdotto dalla nuova legge sugli ecoreati ma anche dalla costante attività di controllo, contrasto e repressione delle forze dell’ordine e della magistratura, che sta giocando un ruolo importante soprattutto sotto il profilo della deterrenza. «Un lavoro di squadra che sta dando i suoi risultati (dal 2007 al 30 giugno 2016 sono state ben 3.099 le discariche sequestrate), dimostrando il valore di una buona pratica di sinergia nel contrasto ai crimini ambientali» come ha ricordato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia.

Nella classifica generale dell’illegalità ambientale in Italia nel 2015, la Puglia scende al quarto posto con 2.437 infrazioni accertate, l’8,9% del totale nazionale, 1.962 persone denunciate e 10 arrestate, a cui si aggiungono 717 sequestri effettuati. Mentre nella classifica provinciale dell’illegalità ambientale si piazzano al settimo posto Foggia con 773 infrazioni accertate e al decimo Bari con 636 infrazioni. Nel ciclo illegale dei rifiuti, la Puglia scende al quinto posto, con 457 infrazioni accertate, con 430 persone denunciate e 196 sequestri effettuati. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentra nelle province di Foggia, 122, e Bari, 112. Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia scende al quinto posto con 432 infrazioni accertate (l’8,8% del totale nazionale), 508 persone denunciate, 9 arrestate e 158 sequestri effettuati. Nella classifica provinciale dell’illegalità nel ciclo del cemento nel 2015 al sesto posto troviamo Foggia con 166 infrazioni accertate.

Nella speciale classifica delle province pugliesi, poi, per l’illegalità del ciclo dei rifiuti la BAT è ultima in graduatoria, quindi la più virtuosa, con sole due infrazioni accertate e due denunce. Per l’illegalità nel ciclo del cemento, poi, la BAT è sempre ultima con 15 infrazioni accertate e 15 denunce.