Una tempesta in un bicchier d’acqua le reazioni scaturite a seguito del via libera definitivo della Camera alla norma che recepisce la legge Europea 2015/16 che modifica, tra l’altro, l’art. 7 della legge meglio conosciuta come salva Olio, con la quale se da una parte fa emergere un aspetto negativo riguardante l’eliminazione del limite massimo di scadenza dei 18 mesi, badate bene, non dalla data di produzione dell’olio ma da quella di imbottigliamento, dall’altra però introduce nuove regole sulla rintracciabilità della qualità e trasparenza della filiera commerciale degli oli.

«Ora, aldilà dell’interpretazione soggettiva che ognuno intende dare alla nuova legge – afferma il consigliere comunale con delega alle politiche agricole Benedetto Miscioscia – la questione vera è quella di mettere i consumatori nella condizioni di avere le giuste e chiare informazioni che vanno oltre la formale indicazione del limite massimo dei formali ma non sostanziali 18 mesi, che costituisce un falso problema, come dimostrato dalla recente condanna della Società Deoleo, proprietaria di importanti marchi commerciali italiani di olio. Una legge che, se per un verso consentirebbe la vendita di olio extravergine vecchio, anche se avveniva lo stesso anche prima, dall’altra però è più favorevole alla tutela della qualità del “vero” olio italiano. Infatti, se le modifiche delle nuove norme cancellano la maggiore evidenza cromatica per l’indicazione di origine delle miscele di oli d’oliva originari di diversi stati membri europei o extracomunitario (anche se viene ribadito l’obbligo della visibilità, leggibilità e chiarezza) e fa decadere il termine dei 18 mesi, sempre riferita alla data di imbottigliamento, con la nuova formulazione viene introdotto “l’obbligo dell’inserimento della campagna di produzione olearia e più specificatamente la data di produzione nel caso di un olio 100% italiano, quando è integralmente prodotto in una sola annata agraria, oltre al termine minimo di conservazione (TMC) che dovrà essere indicato dal produttore e/o confezionatore, questa volta sotto la propria responsabilità. Senza trascurare la circostanza che con la nuova legge si fanno ancora più severe le norme sanzionatorie penali di frode in commercio e quelle riguardo le violazioni sugli imballaggi e sulla insufficiente informazione della categoria dell’olio commercializzato, che vanno nella direzione di rafforzare il contrasto delle frodi e delle contraffazioni che nel 2015 ha visto un preoccupante incremento del 14% in campo agro-alimentare. Dunque per chiarire la questione – continua il consigliere comunale – anche a seguito di alcuni precedenti interventi apparsi sulla stampa locale e regionale, faccio presente che con la nuova legge chi vorrà acquistare un olio 100% italiano, avrà una possibilità in più di poterlo distinguere e di acquistarlo con maggiori garanzie, avvantaggiando, e non penalizzando, i veri produttori oleari che producono e commercializzano direttamente il proprio olio. In definitiva, se è vero che una legge non è perfetta e tutto è perfettibile, è pur vero che questa nuova legge consente finalmente di mettere un punto fermo non solo per fare chiarezza nel campo della commercializzazione del vero olio 100% italiano e degli oli in genere. Dunque, l’eliminazione del limite massimo della cosiddetta scadenza, ritengo sia un falso problema, rispetto alla necessità di garantire e tutelare i veri produttori onesti e soprattutto i consumatori, i quali potranno ricevere informazioni più adeguate per effettuare un acquisto consapevole e senza inganno, di un olio che, seppur con la data dei 18 mesi di scadenza imposta dalla data di imbottigliamento, da sola non ha mai garantito se fosse veramente nuovo oppure vecchio, come il più delle volte è potuto capitare. In conclusione, ritengo che questa nuova norma, segni il primo vero passo per incominciare a garantire e difendere gli interessi dei nostri produttori oleari e dei nostri territori olivicoli, dai “giochini” delle lobby olearie commerciali che dovranno mettersi nelle condizioni di responsabilizzarsi a differenziare l’offerta degli oli proposti sugli scaffali, come recentemente ha dichiarato un noto marchio nazionale, garantendo ai consumatori la possibilità di poter finalmente scegliere tra un olio “farlocco” ed un vero olio 100% italiano, anche con l’indicazione dell’annata di produzione e non solo di un’effimero limite massimo di scadenza che, comunque, viene sostituito da un Termine Minimo di Conservazione».