giovanna bruno

Era il 16 maggio 2015 quando l’allora amministrazione Giorgino, in scadenza del suo primo mandato amministrativo, annunciava in una conferenza stampa l’attuazione sul territorio di Andria delle misure regionali “Cantieri di Cittadinanza” e “Lavoro Minimo di Cittadinanza”. In quella occasione venivano presentati i 5 progetti di inserimento lavorativo che i settori comunali avevano predisposto e che erano stati validati dall’Ufficio di Piano e dalle confederazioni sindacali. I progetti erano e sono rivolti a 33 cittadini disoccupati, inseriti in una apposita graduatoria che nel frattempo è stata stilata.

«Da allora il vuoto, il silenzio – scrive in una nota la consigliera di Progetto Andria Giovanna Bruno. Non se ne è saputo più nulla. Anzi, peggio ancora: ognuno dà una sua versione dello stato dell’arte, costringendo i destinatari delle misure a peregrinare da un Ufficio all’altro in cerca di rassicurazioni, spiegazioni, informazioni. Tutta quella ridondanza pre-elettorale, voluta ad arte per incantare gli elettori, si è poi rivelata priva di concretezza visto che ad oggi, cioè a più di un anno da quella conferenza stampa, i Cantieri non sono ancora realmente partiti. Come mai? Con chi parlare per venirne a capo? Di fatto l’Amministrazione Giorgino uscente ebbe il favore delle urne, confermandosi alla guida della Città: ma gli impegni assunti in campagna elettorale continuano ad essere disattesi, finendo in coda a tutti i problemi interni alla maggioranza, ai teatrini delle poltrone, alla bocciatura della giunta tecnica per far posto ad una politica che però non sa affatto di compattezza ma di continue lotte intestine. Di certo vi è che quella che doveva e dovrebbe essere una priorità per la nostra Comunità, cioè la lotta alla disoccupazione, appare sempre più un argomento dimenticato, se non addirittura archiviato. A dispetto del suo essere sempre più un fenomeno sociale di dimensioni preoccupanti e di risvolti devastanti, che molti ignorano. Dispiace molto constatare che i nostri amministratori investano poco tempo e poche risorse per tentare di arginare questo grave stato di crisi. Tanto più che, almeno per quanto riguarda i Cantieri di Cittadinanza, l’operazione è a costo zero per l’amministrazione comunale. La misura, infatti, sostenuta unicamente da risorse economiche della Regione Puglia e non del Comune, è rivolta a persone disoccupate e inoccupate da almeno 12 mesi in possesso di ISEE Familiare non superiore a € 3.000,00 e prevede per i 33 cittadini andriesi ammessi la corresponsione di un indennità mensile massima di € 500,00. La cosa che più fa rabbia è che altri Comuni a noi limitrofi sono già operativi, con i cantieri avviati e i disoccupati perfettamente integrati nello svolgimento di attività a beneficio della Comunità, che li allontana, sia pur temporaneamente, da una condizione di prostrazione psicologica in cui versano da anni. Possibile che la nostra macchina locale sia così lenta? Possibile che tra quanto si proclama e quando si realizza passa un’infinità di tempo? Questo vale per i Cantieri di Cittadinanza ma per tante altre cose: la dinamica è sempre la stessa. Squilli di trombe, annunci, pompa magna e poi pietra tombale. Qualcuno mormora che il prossimo primo luglio verrà avviato qualche cantiere. Sarà vero? Ci si muove di rinvio in rinvio. Speriamo sia la volta buona! L’auspicio è che qualcosa si muova a breve; il consiglio è quello di provare, sia pur con l’immaginazione, a vestire per un solo istante i panni di chi non può sentirsi uomo perché violato nella dignità, offeso dall’ingiustizia del sistema delle raccomandazioni (vogliamo parlare dei neo assunti come ausiliari per il parcheggio???). Come ci si sentirebbe di fronte ad una macchina amministrativa immobile e ad un continuo bussare a porte che non si aprono? Per tornare ai Cantieri di Cittadinanza: stiamo parlando di sole 33 persone che aspettano qualche briciola, dopo aver fatto tutto un iter che li ha portati ad essere inseriti nell’elenco degli aventi diritto. Quanto ancora dovranno aspettare? Poi, in linea generale, occorrerà ricordarsi a più livelli che ci si deve rimboccare le maniche per tutte quelle migliaia di altre persone in attesa di un gesto concreto che non sia assistenzialismo fine a se stesso, ma attenzione alla re-integrazione sul mercato del lavoro, nonché al recupero della dimensione di uomo, ormai persa – conclude la Bruno».