Un lungo Consiglio Comunale ha approvato dopo quattro ore la manovra di bilancio, sia per quel che concerne il rendiconto 2015 che il previsionale 2016/2018 passando per la redistribuzione del disavanzo nei prossimi tre anni, l’ok al piano delle alienazioni e il via libera alle nuove modifiche al Documento Unico di Programmazione. Un’assise comunale molto tecnica che ha visto, tuttavia, pochissimi contenuti politici, molte accuse da ambo le parti, tanti sarcasmo ed uno spettacolo difficile da comprendere. In gioco le finanze comunali per un bilancio di rendiconto 2015 definito “pittoresco” dal Movimento 5 Stelle e “privo di contenuti” definito dal centro sinistra. Un bilancio “solido” ed il “migliore degli ultimi anni” poichè armonizzato tra rendiconto e previsionale, secondo la maggioranza di centrodestra, con in testa l’assessore Rinaldi ed il Sindaco Giorgino. 17 favorevoli ed 11 contrari per licenziare il provvedimento di rendiconto dopo una discussione incentrata più che sui numeri e le scelte politiche, sulla relazione dei Revisori dei Conti dell’ente che hanno dato il loro parere favorevole (è bene ricordarlo non vincolante), ma hanno mosso diverse obiezioni e censure alle scelte dell’amministrazione. 4 i milioni di disavanzo da ripianare nei prossimi tre anni, che si devono sommare alla rata da un milione e mezzo da corrispondere alla Cassa Depositi e Prestiti e che nel 2015 non è stata versata con lo slittamento al 2016. Nella rimodulazione, approvata all’unanimità dei presenti e senza la partecipazione al voto delle opposizioni, vi saranno nel complesso circa 3 milioni e mezzo di euro annui dedicati al ripiano di disavanzo e prestito.

Secondo i revisori dei conti, tuttavia, diverse le criticità tra cui il ricorso alle anticipazioni di tesoreria per circa 31 milioni di euro, somme vincolate per oltre 6 milioni di euro utilizzate per altre finalità e non restituite, nessuna entrata da fondi comunitari o di altri enti, nessuna riscossione per sanzioni amministrative rivenienti dalla pubblicità. Diverse altre note per quel che riguarda voci specifiche come la difficoltà dell’ente stesso nel riuscire a recuperare le somme di tributi locali dai cittadini stessi. Nella relazione, infatti, si parla di circa 18milioni di euro tra tasse e tributi vari oltre a sanzioni ed altro. Una difficoltà di riscossione che genera, inevitabilmente, tensione nella liquidità di cassa e l’allungamento dei tempi di pagamento sino a non meno di 202 giorni. Tensione che, tuttavia, il Primo Cittadino andriese e la maggioranza, ha spiegato non solo con l’ormai nota situazione congiunturale mondiale, ma anche con un’eredità pesante avuta già a partire dalla data del suo insediamento nel 2010. Giorgino, infatti, ha mostrato una lettera a firma dell’allora dirigente alle risorse finanziarie, Isa Chicco, che il 12 maggio del 2010, ad un mese dall’insediamento del nuovo Governo di città a guida centrodestra, raccontava tutta la carenza di liquidità del comune di Andria con un estratto conto, a quella data, da poco più di un milione sostanzialmente interamente vincolato con un avanzo di 44 mila euro. Una situazione di cassa, che già in quella occasione, necessità di una anticipazione di cassa per tamponare la situazione di illiquidità ereditata ed una cassa definita “molto critica” oltre che con debiti fuori bilancio definiti “difficilmente quantificabili”.

Ed allora spazio alla cosiddetta “caciara” con accuse di vario tipo, difficoltà di interventi e tanto sarcasmo decisamente inutile ai fini della comprensione di cosa stesse accadendo tra i banchi della massima assise comunale. Da segnalare due aspetti politici che riguardano la maggioranza di Governo: il primo l’assenza di alcuni consiglieri ben quattro (Lullo, Sgaramella, Bruno e Merafina), che tra impegni lavorativi e certificati medici, hanno dato forfait alla seduta, e l’intervento dei Conservatori e Riformisti che in chiusura di seduta, nelle intenzioni di voto per l’approvazione del bilancio previsionale, hanno espresso il loro ok assieme a tutta la loro delusione per non aver inserito nella manovra alcune richieste avanzate. Un ok che, tuttavia, segna sostanzialmente una prima crepa alla luce del giorno, dopo tanto parlare dietro le quinte, nella maggioranza di centro destra e che avrà inevitabili sviluppi dopo la possibile nomina nei giorni prossimi della Giunta Politica tanto attesa dai partiti. Per il resto nessuna sorpresa nei numeri con l’approvazione, come detto, sia del Piano delle Alienazioni 2016/2018 che delle nuove modifiche al Documento Unico di Programmazione, in cui si è parlato a lungo della possibilità di modificare l’attuale sistema di riscossione dei tributi locali evidentemente carente così come evidenziato dai revisori. Due le possibilità individuate dal governo cittadino: un rafforzamento degli Uffici con maggiore dotazione tecnica e di personale, o una esternalizzazione del servizio per cercare di recuperare più somme possibili ad ora non corrisposte dai cittadini.