Gli investigatori non hanno dubbi: le dieci persone arrestate oggi a Torchiarolo, in provincia di Brindisi, facevano parte di un’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Il gruppo si riforniva di cocaina da Andria e poi la smerciava in tutto il Salento. Gli otto finiti in carcere e i due ai domiciliari sono accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e a vario titolo, di plurime cessioni continuate di sostanze stupefacenti ed estorsione commessa con l’aggravante delle finalità mafiose. Gli episodi di spaccio contestati sono oltre seicento. Sono state effettuiate inoltre, 48 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati non destinatari di misura cautelare.

«Il metodo – ha detto il procuratore di Lecce Cataldo Motta – era singolare e furbo: il gruppo usava due auto e un carro attrezzi per raggiungere Andria. Lì la droga veniva caricata e nascosta su una delle due vetture che poi rientrava a Torchiarolo a bordo del carro attrezzi, con la seconda vettura che faceva da scorta. Difficilmente a un eventuale posto di blocco, poteva essere perquisita l’auto sopra il carro attrezzi».

L’indagine è stata avviata nel maggio di quattro anni fa, dopo l’arresto in flagranza per spaccio di Angelo Lobuono, trovato in possesso di 13 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, duemila euro in contanti e di una pistola a salve con 4 cartucce.

Il gruppo criminale spacciava per lo più cocaina e marijuana e aveva la sua sede operativa a Torchiarolo: a capo vi era Giuseppe Perrone, detto “Barabba”. Il suo braccio destro era Maurizio Maiorano. Gli altri componenti dell’organizzazione raggiunti dal provvedimento restrittivo sono: Luca Lorfei, Paolo Golia, Massimiliano Lasalvia, Maurizio Lasalvia, Giovanni Maiorano, Francesca Perrone e Gianluca Maiorano. Quest’ultimo, in particolare, aveva messo a disposizione la propria officina meccanica di Torchiarolo, come base logistica e operativa dell’organizzazione. Era da lì che partiva il carro attrezzi e sempre da lì che arrivava di ritorno da Andria. Per Andrea De Mitri, unico arrestato a cui non è stata contestato il delitto associativo, l’accusa è aver commesso plurime e continuate cessioni di cocaina.

Nel corso delle indagini, oltre ad essere stati sequestrati un chilo e mezzo di cocaina e un chilo di marjuana e segnalate alle competenti autorità prefettizie 350 persone come assuntori di droga. A eccezione di Francesca Perrone e Andrea De Mitri, finiti ai domiciliari, gli altri arresti sono stati associati presso la casa circondariale di Brindisi.