La CISL funzione pubblica del Comune di Andria ha aderito allo sciopero regionale indetto da CGIL – CISL – UIL svoltosi il 26 aprile per il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro, fermo da oltre sei anni, per rilanciare la contrattazione decentrata e per superare i vincoli della legge sulle pensioni.

«In un momento di grave difficoltà economica di tutte le famiglie – spiega il segretario CISL Comune di Andria, Guido Manco – aderire allo sciopero richiede certamente senso di maturità sindacale, ma anche voglia di voler tentare di riequilibrare quella situazione di grande sfavore che il dipendente pubblico sta attraversando. L’adesione allo sciopero ha visto la partecipazione di varie categorie di dipendenti del Comune di Andria (dal personale amministrativo al personale della Polizia Municipale), ma solo l’Asilo Nido ha visto la partecipazione in massa del personale educativo che a fianco delle motivazioni elencate più avanti, ha voluto aderire per riempire di ulteriore significato la giornata e richiamare l’attenzione dei vertici locali sulle necessità di organico in cui l’Asilo Nido versa.

Il personale è sfiancato – continua Guido Manco – per essere arrivato sino alla fine del mese di aprile con personale assolutamente insufficiente a coprire le necessità giornaliere che vengono sottovalutate rispetto ad una utenza di bambini di età da 0 a 3 anni. Affrontare il prossimo anno scolastico con le stesse incerte condizioni, non sarà assolutamente possibile se non pregiudicando le condizioni di salute dello stesso personale. Né la grave carenza di personale, per la non sostituzione del personale collocato a riposo, può essere compensata con la mobilità di due unità così come previsto dalla programmazione del fabbisogno del personale. Il personale dell’Asilo Nido con l’adesione in massa allo sciopero chiede che il rapporto educatrice/bambino scenda dall’attuale 1/9 a 1/6 così come previsto dall’ancora vigente CCNL e non quello previsto da un regolamento regionale che prevede, tra l’altro, condizioni che al momento non sono garantite.

Pertanto – conclude Guido Manco – se le condizioni di salvaguardia dello stato di salute del personale non saranno garantite riportando il rapporto educatrice/bambino a 1/6, la CISL dichiara sin da ora che ci saranno altre azioni di lotta a tutela della salute delle Educatrici ma anche per una maggior sicurezza dei piccoli utenti».