«Per principio qualunque forma di “caccia alle streghe”, in qualsiasi ambito, rappresenta l’approccio peggiore per analizzare e soprattutto risolvere delle criticità. Spiace constatare che un approccio del genere, grossolano e irresponsabile, prenda forma anche in Parlamento, cioè nel luogo di lavoro del Legislatore che per definizione avrebbe il compito, invece, di analizzare con attenzione e serietà i problemi alla sua attenzione e infine trovare soluzioni normative di buon senso e utili.

 

Mi riferisco all’iniziativa del deputato Adriano Zaccagnini, di SEL, che ha presentato una proposta di legge dal titolo innocuo (“Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico”) ma dai contenuti scandalosamente inaccettabili che sono un attacco violento e diretto ai medici che ogni giorno operano, a volte in situazioni molto difficili, nelle sale parto italiane.

 

I commenti di Zaccagnini sulla sua iniziativa rasentano l’assurdo. Egli parte da un tema reale (il numero ancora eccessivo di parti cesarei eseguito in Italia) per poi accusare i medici e gli operatori sanitari di “violenza ostetrica”. Zaccagnini parla di “personale inadeguato” che lavora con l’obiettivo non di fare il bene della partoriente e del neonato, bensì di ottenere i rimborsi più alti possibili da parte del Servizio sanitario nazionale: di qui il presunto ricorso, anche con la violenza e con il sopruso, a tecniche invasive e dolorose che trasformano la nascita di un figlio in una esperienza da incubo. Da sottolineare che l’iniziativa sembra essere basata sulle denuncie, tutte rigorosamente anonime, postate da madri “violentate” in sala parto in una pagina facebook.

 

E’ evidente che la proposta di legge abbia contorni ridicoli e paradossali; ma purtroppo non c’è niente da ridere. Basta leggere il testo di una delle più incredibili iniziative parlamentari in campo sanitario: un’accozzaglia informe di temi e norme tra cui gli “atti di violenza ostetrica”, per la quale si dovrebbe incorrere nella reclusione da due a quattro anni, salvo che il fatto costituisca più grave reato (art. 14).

 

E’ gravissimo che un parlamentare, “rappresentante della Nazione”, formalizzi in una proposta di legge la richiesta (perché di questo si tratta nella sostanza) di denunciare ginecologi e ostetriche senza che sia svolta un’inchiesta. Altrettanto grave è che alla “caccia alle streghe” nella sale parto italiane perseguita da Zaccagnini si uniscano, sempre nella proposta di legge, altre iniziative assurde volte introdurre restrizioni inutili o controproducenti nell’attività dei medici e degli operatori sanitari.

 

Piuttosto che proporre discussioni assurde e senza logica, chi ha il privilegio e al tempo stesso la responsabilità di sedere in Parlamento avrebbe il dovere di promuovere discussioni serie: per esempio, come ribadito in modo puntuale e serio dalle principali società scientifiche del settore (SIGO; AOGOI; AGUI) e come da me proposto con una risoluzione di cui ho già chiesto la calendarizzazione nella Commissione Affari Sociali della Camera, trovare il modo di portare a completo compimento il piano di riorganizzazione della sale parto, voluto nel 2010 dall’allora Ministro Fazio e avallato dal Parlamento nel 2012. Dobbiamo lavorare per far sì che le sale parto siano sempre più sicure non demonizzando chi vi lavora con impegno e sacrificio, ma dotandole di tecnologie e standard qualitativi sempre più elevati.

 

E’ triste vedere che sulla pelle dei medici, che secondo Zaccagnini sono dei potenziali criminali punibili con la reclusione, e anche delle stesse partorienti si voglia giocare una partita politica all’insegna della demagogia e della più greve forma disinformazione. Ed è davvero un dispiacere profondo dover appurare come, purtroppo, quando sentiamo attaccare il Parlamento per la scarsa qualità del suo lavoro, sia davvero difficile ribattere a fronte di iniziative così assurde e gravi».