Sono stati giorni intensi per la Regione Puglia ed in particolare per l’assessorato alla Sanità che, assieme al dipartimento competente, ha dovuto redigere e far approvare, il nuovo Piano di Riordino Ospedaliero che è al vaglio del Ministero. Un piano complesso che lascia intatti i posti letto, 13mila, e riconverte diverse strutture sul territorio pugliese con la previsione di costruzione di quattro nuovi ospedali di 2° livello. Due di questi dovrebbero sorgere nella BAT, di cui uno nella Città di Andria ed un altro tra Bisceglie e Terlizzi. Insomma uno sguardo nel lontano futuro visto che del nuovo ospedale andriese se ne parla sin dal 1987, allorquando, ci fu la prima idea di trasferire l’attuale struttura del “Bonomo” in una location più consona e soprattutto all’esterno della Città. Nel ’95, poi, scorrendo nella storia ci furono anche i capitoli di spesa ed un possibile finanziamento per il nuovo nosocomio, ma tutto cadde nel vuoto di lì a poco.

Restando sempre nella BAT ed in particolare nella Città di Andria, in pochi si sono chiesti cosa prevederà il Piano di Riordino nello specifico per gli ospedali provinciali. Rifunzionalizzazione per Trani e Canosa, con i 40 posti del nosocomio canosino interamente dedicati al recupero e riabilitazione funzionale, riabilitazione cardiologica, riabilitazione respiratoria. Per Trani, invece, una struttura polifunzionale con ambulatori e posto di primo intervento. I due ospedali di Primo Livello, invece, sono Andria e Barletta con Bisceglie a ruota a divenire un grande Ospedale di base.

Nel “Bonomo” di Andria non ci saranno più le Unità Operative di Chirurgia plastica, Nefrologia ed Oculistica, mentre l’Unità Coronarica, l’Urologia e la Neurochirurgia, saranno specialità uniche nella BAT per il nosocomio andriese. Aumentano rispetto al 2012 i posti per la Cardiologia e la Chirurgia Generale, ma anche per la Medicina Generale, l’Ostetricia e la Pediatria. Sparisce, rispetto al Piano di Riordino del 2012, la Terapia Intensiva Neonatale ma restano sostanzialmente identici i posti letto dedicati alla Terapia Intensiva tradizionale, alla Neurologia ed all’Ortopedia sino ad arrivare ai 212 posti finali.

Per il “Dimiccoli” di Barletta, invece, sparisce definitivamente l’UTIC e la Neonatologia ma restano sostanzialmente inalterate tutte le altre specialità già presenti dopo il Piano 2012 sino ai 242 posti letto finali. A trarne più “benefici” sarà senza dubbio l’Ospedale di Bisceglie che raccoglie anche l’eredità di Trani e trova nuove specialità come Malattie Endocrine, Geriatria e Gastroenterologia, la conferma delle Malattie Infettive, della Terapia Intensiva, della Ostetricia, della Psichiatria e della Pediatria oltre all’aumento considerevole di posti da dedicare alla Medicina Generale da 8 a 24.