Con una nota sottoscritta dal segretario generale Luigi Antonucci la Cgil Bat è intervenuta sulla questione della chiusura di Castel del Monte, dal 18 al 22 aprile prossimi, per permettere ad una produzione cinematografica di girare alcune scene di un film all’interno del maniero federiciano.

«”La misura è colma”, “Musei come servizi pubblici essenziali”, “La cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’Italia”, “Uno schiaffo ai visitatori”. Quelli che vi riportiamo sono i commenti del Ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, del Premier, Matteo Renzi e dell’ex Sindaco di Roma, Ignazio Marino apparsi sui giornali il giorno dopo la chiusura di due ore del Colosseo e di altre bellezze dell’antichità romana causata “addirittura” da un’assemblea sindacale, tra l’altro chiesta regolarmente ed altrettanto regolarmente autorizzata dal soprintendente. I dipendenti stavano discutendo di situazioni contrattuali gravi: aperture straordinarie e mancato pagamento di alcune ore di lavoro, nel frattempo la politica e le istituzioni gridavano allo scandalo ed alla vergogna. Una vicenda analoga accadde con la chiusura degli scavi di Pompei il 24 luglio scorso sempre per un’assemblea e anche in quell’occasione l’ira di Franceschini, il Ministro parlava di un “danno incalcolabile”.

Ricordiamo tutto ciò all’indomani della diffusione di un’altra notizia di chiusura di un bene culturale altrettanto prestigioso, accadrà ad aprile e non per poche ore ma per quattro giorni (dal 18 al 22) più altre date in cui il sito sarà fruibile solo parzialmente: Castel del Monte in primavera farà da sfondo ad un’importante produzione cinematografica. La comunicazione data dal Polo Museale della Puglia e dalla Direzione del Maniero è stata accolta con favore ed entusiasmo perché si tratta di un’occasione importante per il territorio; idea di cui, precisiamo, siamo convinti anche noi. Immaginiamo le bellezze della Murgia sui grandi schermi, il conseguente ritorno economico per il turismo e la boccata di ossigeno che potrà arrivare all’intero settore. Ma non possiamo, rileggendo i titoli ed i commenti degli scorsi mesi alla chiusura del Colosseo e degli scavi di Pompei, non porci una domanda: agli ignari visitatori, magari stranieri (non tutti sapranno della chiusura) che non potranno entrare nel Castello nessuno ci pensa? Si esclude già a priori la possibilità che si potranno creare situazioni di disagio per i turisti? Ed il servizio pubblico, come lo definiva Franceschini, ora non è più da garantire?

Ma i beni culturali non sono tutti uguali? Il Colosseo ed il Castel del Monte hanno valori diversi? Se poi pensiamo che quello è un periodo di gite fuori porta e di viaggi d’istruzione ci chiediamo: ma i turisti non vanno tutelati a prescindere sia che si rechino a Roma o che vengano da noi? Oppure difendiamo i visitatori della Capitale se accade che attendano qualche ora l’apertura di un monumento e non ci interessiamo di quelli che arrivano in Puglia e devono proprio rinunciare ad una visita perché hanno trovano chiuso? Ribadiamo, in conclusione, un concetto perché non vorremmo essere fraintesi, siamo contenti che il Castel del Monte ospiti questo set che lo porterà, insieme a tutto il territorio, certamente al centro dell’attenzione internazionale ma ciò che non possiamo non notare è che in situazioni abbastanza sovrapponibili l’atteggiamento sia quello solito dei due pesi e due misure».